Название: Il Nostro Sacro Onore
Автор: Джек Марс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Триллеры
isbn: 9781094304731
isbn:
“Ne dubito,” disse Swann.
“Allora che si dia la libertà ai palestinesi,” disse Ed. “Che si garantisca loro lo status di nazione autonoma. Aprire le loro strade, lasciare che controllino il loro spazio aereo e le acque costiere, e che commercino con altri paesi.”
Trudy scosse la testa. “Anche questo impossibile. Raramente faccio dichiarazioni assolute su eventi futuri, ma ho esaminato questi scenari da ogni angolazione. A prescindere da quel che si dice durante le negoziazioni internazionali, a prescindere da quante volte l’assemblea generale delle Nazioni Unite ne voti la disapprovazione, fa’ caso allo status di nazione autonoma della Palestina. Non arriva mai vicino alla realizzazione. E questo perché Israele non lo permetterebbe mai volontariamente. L’idea stessa è assurda. È un suicidio.
“Senti, Israele esiste in uno stato di talvolta disperato conflitto con i paesi che la circondano. La sopravvivenza è sempre una questione aperta. La sicurezza è la cosa più importante nella società israeliana, e fornirla è il focus maggiore dello stato. Israele di per sé è un paese minuscolo. Se la Cisgiordania non fosse lì a fare da zona cuscinetto, e diventasse a tutti gli effetti un paese straniero, la situazione passerebbe istantaneamente da difficile a molto, molto pericolosa. Insostenibile. La piana costiera della zona centrale di Israele è uno stretto pezzetto di terra, dalla Cisgiordania al mare, che per la maggior parte della sua lunghezza va dalle nove alle undici miglia di ampiezza. Una persona media in bicicletta potrebbe percorrerne la distanza in un’ora.
“La maggior parte della popolazione civile, così come i settori industriali e tecnologici del paese si trovano lì. A peggiorare la faccenda, c’è che le terre della Cisgiordania sono colline che danno sulla pianura – ci sono luoghi della Cisgiordania da cui si vede tranquillamente il mar Mediterraneo. Quando gli estremisti dei paesi arabi parlano di portare gli israeliani nel mare, la cosa da ricordare è che si tratta di un viaggio brevissimo.
“I palestinesi sono alleati dell’Iran, e molti palestinesi sono ostili verso l’esistenza stessa di Israele. Se concedi ai palestinesi lo status di nazione autonoma, che cosa impedisce agli iraniani di ammassarti sul confine carri armati, aerei da combattimento, batterie di missili e truppe? Non solo sul confine tuo, ma sulle terre alte sopra di te? È uno scenario da incubo. Inoltre, gli altopiani della Cisgiordania sono fonte d’acqua per le falde acquifere di acqua dolce del litorale israeliano. Che cosa impedisce a una Palestina sovrana di tentare di bloccare i rifornimenti d’acqua?
“E poi, anche se Israele non ammette le proprie capacità nucleari, è ampliamente accettato che hanno in ogni dove tra le cinquanta e le ottanta armi nucleari. Per lo più si pensa che vengano conservate alla base missilistica di Zachariah a sudest di Tel Aviv, e che altre siano conservate nel deserto meridionale. Ma alcune – forse addirittura il venti o trenta per cento – sono schierate in silos missilistici sotterranei nella Cisgiordania a est di Gerusalemme. Sono armi dell’era della guerra fredda, degli anni Settanta e Ottanta, e probabilmente sono ancora operative.
“La spesa, la logistica del trasporto e la protesta pubblica renderebbero quasi impossibile riportare i silos in Israele, ed è impossibile che gli israeliani permettano ai palestinesi di amministrare quelle armi. Come ho detto prima, Israele non ne ammette neanche l’esistenza.”
“Quindi cosa stai dicendo?” disse Luke.
“Sto dicendo che Israele deve affrontare una crisi esistenziale ovunque si volti. Se concedono la cittadinanza ai palestinesi, il concetto stesso di Israele sparisce tramite voto. Se permettono che la Cisgiordania diventi Palestina sovrana, il paese di Israele sparisce tramite bombardamento. Quindi perseguono una terza strada, una strada carica di pericolo, ma che offre delle possibilità di successo. È la strada della tensione infinita e del conflitto infinito contro i palestinesi, Hezbollah, l’Iran e chiunque altro decida di partecipare. Può sembrare estremo, sbilanciato e altamente emotivo da fuori, ma in realtà si tratta di processi decisionali piuttosto semplici, freddi e razionali. Sviluppo e mantenimento di superiorità tecnologica a ogni costo, mobilitazione militare dell’intera popolazione, e mai abbassare la guardia, neanche per un secondo.”
“Ma funziona solo finché si ha superiorità tecnologica,” disse Swann. “Quando il nemico ti raggiunge…”
“Giusto,” disse Trudy. “Allora hai dei bei problemi. E pare che gli iraniani li abbiano raggiunti.”
“Li hanno raggiunti?” disse Luke. “Hanno armi nucleari?”
Trudy lo guardò. “Sì. Sono quasi sicura di sì.”
* * *
Luke abbassò la tendina del finestrino.
Aveva guardato la vasta oscurità fino a capire che non c’era nulla da vedere se non il suo volto, avvolto dall’ombra.
Il Learjet si dirigeva a est, e se avesse dovuto tirare a indovinare, Luke avrebbe detto che si trovavano sopra all’Atlantico settentrionale, quasi in Europa ormai – volavano da ore, e ne avevano altre ancora davanti. Era un viaggio lungo.
Guardò Trudy, che sedeva dall’altra parte del corridoio rispetto a lui. Era l’unica ancora sveglia oltre a Luke.
Dietro di lei, Swann era raggomitolato tra due sedili. Si era addormentato velocemente. Nella fila dietro a Swann, Ed Newsam faceva la stessa cosa. Ed era solido come una roccia, certo. Ma Luke aveva delle riserve su Swann. Non era colpa di Swann – era rimasto traumatizzato dal tempo trascorso in cattività dell’ISIS. Era cambiato. Non era lo stesso spiritoso idiota sarcastico di un tempo. Adesso era più riservato, più cauto. Parlava molto meno. In superficie poteva sembrare un bene – saggezza magari, o maturità. Ma Luke sospettava che potesse essere mancanza di fiducia in se stesso.
Swann era rimasto scosso nella sua essenza. Quando la temperatura si fosse alzata, quando il livello dello stress si fosse amplificato, rimaneva da vedere quanto bene avrebbe agito.
Luke guardò Trudy, dall’altra parte. Aveva dormito per un po’, raggomitolata. Adesso era di nuovo sveglia, a guardare fuori dal suo, di finestrino scuro. Da lì tutto ciò che Luke riusciva a vedere era una luce lampeggiante sull’ala.
“È buio là fuori,” disse Luke. “Un immenso tantissimo niente.”
“Sì.”
“Che cosa guardi?”
“Proprio quello. Niente.”
Luke fece una pausa. C’era dell’imbarazzo tra di loro. Immaginava che ci sarebbe stato sempre. Non voleva entrare nella questione adesso, dei momenti che avevano condiviso, perché c’erano Swann e Ed. Swann e Ed non c’entravano con la faccenda, e non voleva che ci si svegliassero nel mezzo.
“Ricordo l’ultima volta che abbiamo fatto un lungo volo insieme,” disse Luke.
Annuì. “Anch’io. Corea. Voi mi avevate appena fatta evadere di prigione. Che periodo folle. Pensavo che la mia vita fosse finita. Non avevo capito che stava appena cominciando.”
“Com’è stata la latitanza?”
Fece spallucce. Non sembrava bramosa di guardarlo. “Non sceglierei di rifarlo. Ma tutto sommato СКАЧАТЬ