Название: La Casa Perfetta
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781094311012
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E anche se qualcuno l’avesse intuito, l’edificio aveva un portiere e una guardia di sicurezza. La porta d’accesso e gli ascensori richiedevano carte d’accesso. E nessuno degli appartamenti aveva numeri civici riportati all’esterno. I residenti dovevano solo ricordare qual era la loro porta.
Ad ogni modo Jessie aveva comunque preso delle precauzioni in più. Quando scese dal taxi – che pagò in contanti – andò dritta al centro commerciale. Prima passò rapidamente per una caffetteria, girovagando tra la folla prima di prendere un’uscita secondaria.
Poi, tirandosi il cappuccio della maglietta sulla testa e coprendo i capelli castani che le arrivavano alle spalle, passò attraverso una zona ristoranti arrivando a un corridoio che aveva dei bagni vicino a una porta contrassegnata dalla scritta “Riservato al personale”. Spinse la porta del bagno delle donne in modo che chiunque la stesse potenzialmente seguendo la vedesse chiudersi e pensasse che lei vi era entrata. Invece, senza guardarsi alle spalle, passò per l’ingresso dipendenti, che era un lungo corridoio con ingressi secondari per ciascun esercizio commerciale.
Percorse in leggera corsa il corridoio curvo fino a che trovò la rampa di scale contrassegnata dalla scritta “Manutenzione”. Scendendo di corsa i gradini il più silenziosamente possibile, usò la carta che le aveva dato il direttore dell’edificio per aprire anche quella porta. Aveva negoziato un’autorizzazione speciale per accedere a quell’area sulla base del suo collegamento con il Dipartimento di Polizia di Los Angeles, piuttosto che tentando di spiegare che le sue precauzioni erano dovute al fatto che suo padre era un serial killer a piede libero.
La porta della manutenzione si chiuse a chiave alle sue spalle mentre lei già percorreva uno stretto passaggio con tubi in vista che spuntavano da tutti gli angoli e griglie di metallo che contenevano attrezzature che lei non conosceva. Dopo diversi minuti di intricato percorso a ostacoli, raggiunse una piccola nicchia vicino a un grosso boiler.
A metà strada lungo il passaggio, l’area era poco illuminata e facile da non notare. Avevano dovuto indicargliela la prima volta che erano scesi là sotto. Entrò nella nicchia mentre tirava fuori la vecchia chiave che le avevano dato. La serratura della porta era quella classica, alla vecchia maniera. Jessie la aprì e spinse la pesante porta, che poi richiuse rapidamente a chiave alle sue spalle.
Ora si trovava nella stanza magazzino del piano interrato del suo edificio ed era quindi passata ufficialmente dalla proprietà del centro commerciale al complesso di appartamenti. Attraversò rapidamente la stanza buia, quasi inciampando su un flacone di candeggina che era stato abbandonato sul pavimento. Aprì la porta, passò attraverso l’ufficio vuoto del direttore della manutenzione e salì la stretta scala che si apriva su un corridoio di servizio del piano principale del condominio.
Svoltò l’angolo dell’atrio dove si trovava il blocco di ascensori, dove poté sentire il portinaio Jimmy e la guardia per la sicurezza Fred che chiacchieravano amabilmente con un residente nella lobby d’ingresso. Non aveva tempo per fermarsi a fare due chiacchiere con loro adesso, ma si promise di farlo in un secondo momento.
Erano entrambi dei tipi simpatici. Fred era un ex poliziotto stradale che era andato in pensione in anticipo dopo un brutto incidente in motocicletta durante il turno di lavoro. Era rimasto con un’evidente zoppia e una grossa cicatrice sulla guancia sinistra, ma questo non gli aveva impedito di essere sempre scherzoso e di buon umore. Jimmy, un ragazzo sui venticinque anni, era un ragazzo dolce e sincero che usava quel lavoro per mantenersi al college.
Jessie passò oltre l’atrio portandosi all’ascensore di servizio, che non era visibile dalla lobby. Strisciò la carta e aspettò con ansia di vedere se qualcuno l’aveva seguita. Sapeva che non c’erano molte possibilità, ma questo non le impedì di spostarsi nervosamente da un piede all’altro mentre aspettava l’arrivo dell’ascensore.
Quando l’ascensore arrivò, Jessie vi entrò, premette il pulsante per il quarto piano e poi quello per chiudere la porta. Una volta riaperte le porte, si lanciò rapida nel corridoio e arrivò al suo appartamento. Si concesse un momento per prendere fiato e osservò la porta.
A primo colpo d’occhio, sembrava una comunissima porta come tutte le altre del piano. Ma lei aveva fatto aggiungere diverse ulteriori misure di sicurezza quando si era trasferita. Prima si fece indietro in modo da trovarsi a circa tre passi di distanza dall’uscio e direttamente in linea con lo spioncino. Dal bordo del forellino si vedeva un leggero bagliore verde invisibile da ogni altra angolazione, un indicatore che l’unità non aveva subito nessun accesso forzato. Se fosse successo, il bordo attorno allo spioncino sarebbe stato rosso.
In aggiunta al campanello con videocamera Nest che aveva fatto installare, c’erano anche numerose videocamere nascoste nel corridoio. Una di esse era puntata direttamente sulla porta. Un’altra mirava il corridoio, rivolta verso l’ascensore e l’attigua rampa di scale. Una terza era puntata verso la direzione opposta, mirando alla seconda scala. Le aveva controllate tutte mentre era in taxi e non aveva individuato nessun movimento sospetto nel corso di quella giornata.
Il passo successivo era l’ingresso. Usò una chiave tradizionale per aprire un lucchetto, poi strisciò la carta e sentì aprirsi anche l’altra serratura. Entrò mentre l’allarme a sensore di movimento si spegneva, lasciò cadere lo zaino sul pavimento e ignorò l’allarme mentre richiudeva entrambe le porte e faceva scorrere anche la sbarra di sicurezza. Solo a quel punto inserì il codice a otto cifre.
Dopodiché prese il manganello che teneva vicino alla porta e andò diretta verso la camera da letto. Sollevò la cornice rimovibile accanto all’interruttore della luce, mettendo in mostra il pannello di sicurezza e digitò il codice a quattro cifre per il secondo allarme silenzioso, quello che andava dritto alla stazione di polizia se non l’avesse disattivato nel giro di quaranta secondi.
Solo allora si concesse di respirare. Mentre inspirava ed espirava lentamente, camminò per il piccolo appartamento, manganello alla mano, pronta a qualsiasi cosa. Per perquisire l’intero appartamento, inclusi gli armadi, la doccia e il ripostiglio le ci volle meno di un minuto.
Quando fu certa di essere da sola e al sicuro, controllò la mezza dozzina di piccole videocamere che aveva disposto nell’appartamento. Poi valutò i lucchetti alle finestre. Tutto era in perfetta funzione. Le restava solo un posto da controllare.
Entrò nel bagno e aprì lo stretto armadietto con all’interno mensole per scorte come carta igienica, uno sturalavandino, alcune saponette, spugne e detergente per specchi. C’era un piccolo gancio sul lato sinistro dell’armadietto, quasi invisibile, a meno che uno non sapesse dove guardare. La piegò e tirò, sentendo la piccola molla nascosta.
La paretina si aprì, rivelando una sbarra estremamente stretta dietro ad essa, con una scala di corda attaccata al muro di mattoni. Il tubo e la scala scendevano dal quarto piano fino allo spazio della lavanderia al piano interrato. Era stata progettata come uscita di emergenza estrema se tutte le altre misure di sicurezza avessero fallito. Jessie sperava di non doverne mai fare uso.
Rimise a posto la mensola e stava per tornare in salotto quando scorse la propria immagine riflessa nello specchio del bagno. Era la prima volta che si guardava davvero da vicino da quando era partita. Quello che vide le piacque.
In superficie non sembrava poi tanto diversa da prima. Aveva compiuto gli anni mentre si trovava all’FBI e ora aveva ventinove anni, ma non le sembrava di avere un aspetto più vecchio. A dirla tutta, le pareva di essere meglio di quando era partita.
I capelli erano ancora castani, ma in qualche modo sembravano più elastici, meno flosci rispetto a quando era stata a Los Angeles tutte quelle settimane fa. Nonostante i lunghi giorni passati all’FBI, i suoi СКАЧАТЬ