Название: Persecuzione
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Зарубежные детективы
isbn: 9781094304953
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Intanto, la sua mente tornò di nuovo a quello che era accaduto da quando aveva sparato ad Heidi. Era stato tutto confuso, e durante il volo di ritorno a Quantico, l’Agente Crivaro aveva continuato a dirle che era in uno stato di shock.
Lo sono ancora, direi, pensò.
Aveva ancora tuti i sintomi fisici dello shock, incluse le mani fredde, appiccicaticce e sudate, ricorrenti vertigini e uno stato di confusione.
Quanto ci sarebbe voluto prima che quei sintomi sparissero?
In un tono monotono, che era sembrato strano persino a lei, adesso aveva appena raccontato a Ryan l’accaduto. Era stato tutto ciò che poteva fare per non riferire gli eventi in terza persona. Era difficile usare termini come “io” e “me” per descrivere le sue stesse azioni. Continuava a voler credere che l’intero episodio fosse accaduto a qualcun altro.
Quando ebbe terminato, Ryan disse in tono gentile: “C’è una cosa che ancora non capisco. Immagino che abbia senso che Heidi abbia finto di avere un ostaggio, almeno per alcuni istanti. È stato un bluff disperato. Ma perché è venuta fuori verso il parcheggio? Perché ha provato a…?”
La voce di Ryan scemò, ma Riley immaginò le parole che il ragazzo non era riuscito a pronunciare.
“Perché ha provato a ucciderti?”
Riley ricordò il momento in cui la ragazza era rimasta ferma sulla porta della stanza del motel, prima di fare quei passi fatali fino al parcheggio, e come avesse sentito le chiare proteste di Orin.
Lei disse a Ryan: “Orin non voleva che lei uscisse in quel modo. Ha provato a dissuaderla. Ma immagino che lei abbia pensato … si sia resa conto … che era finita. Voleva uscire …”
La sua stessa voce scemò, mentre uno stupido cliché si congelò sulle sue labbra.
“…in uno scintillio di gloria.”
Ryan scosse il capo.
“Non riesco ad immaginare come tu possa sentirti” le disse. “Ma, santo cielo, Riley, lei e il suo ragazzo hanno ucciso sei persone. Non puoi dire che non meritasse quello che le è successo.”
Quelle parole parvero a Riley uno schiaffo in pieno viso.
Meritasse.
Al momento, si sentiva dolorosamente immeritevole della considerazione o persino dell’affetto di Ryan. Non si era preoccupata di pensare che Heidi Wright meritasse ciò che Riley le aveva fatto.
Ryan ha ragione? pensò.
Ripensò a quanto poco sapesse della vita della ragazza, una vita di impensabili crudeltà ed abuso, apparentemente. Heidi e il suo ragazzo avevano iniziato la loro scia di morte, quando suo padre e suo fratello l’avevano stuprata. Riley non poteva biasimare Orin per averli uccisi. Poi, dopo, entrambi Orin ed Heidi dovevano essersi sentiti troppo disperati per avere idea di ciò che stavano facendo.
E anche troppo giovani, Riley pensò.
Ancora una volta, Riley non riusciva a fare a meno di ricordare il viso fresco e sorridente di Heidi, nel momento in cui aveva puntato la pistola contro Riley, l’istante prima della sua morte.
Riley mormorò ad alta voce: “Heidi era solo una ragazzina, Ryan. Non meritava di morire in quel modo. Quello che meritava era una vita migliore di quella in cui era intrappolata.”
Ryan rivolse a Riley uno sguardo interrogativo.
“Ma non hai avuto scelta” ribatté. “Se non avessi sparato come hai fatto, di sicuro, saresti rimasta …”
La sua voce si interruppe di nuovo. Riley conosceva la parola che lui non riusciva affatto a dire.
Uccisa.
“Lo so” Riley disse con un sospiro. “È quello che l’Agente Crivaro continua a ripetermi. Dice che è stato un gesto legittimo. E persino una procedura corretta. Si è trattato di autodifesa, un chiaro caso di ‘immediato pericolo di morte o seria minaccia fisica.’”
“Crivaro ha ragione, Riley” Ryan disse. “Sicuramente questo lo sai.”
“Lo so” rispose.
E, razionalmente, lei lo sapeva. Ma, intimamente, non riusciva ad accettare quel giudizio. Fu come se tutto il suo colpo la stesse accusando adesso. Si chiedeva se sarebbe mai riuscita a superare quello stato d’animo.
Ryan le toccò gentilmente la mano, e Riley lo lasciò fare. La mano del fidanzato era quasi bollente contro il suo palmo freddo e sudato.
Ryan riprese: “Riley, quante volte dovrai affrontare una situazione simile?”
“È il mio lavoro” Riley ribatté.
“Sì, ma … che tipo di lavoro è quello che ti fa sentire così male con te stessa? Questo è davvero ciò che vuoi fare nella tua vita?”
“Qualcuno deve farlo”.
“Quel qualcuno devi essere tu?” Ryan chiese.
Riley non aveva idea di come rispondere a quella domanda. E, per quanto apprezzasse la preoccupazione del fidanzato, non poteva essere sicura di quanto fosse davvero sincero. Per chi era davvero turbato Ryan, per Riley o per se stesso?
Odiava dubitare di lui in quel modo, ma non riusciva a farne a meno. Durante il breve periodo che avevano trascorso insieme come coppia, la donna aveva imparato con sgomento che Ryan aveva un lato egoistico. E lui aveva tantissime ragioni egoistiche per odiare ciò che lei stava facendo in quei giorni. Odiava anche solo il fatto che facesse la pendolare fino a Quantico ogni giorno. Lo privava dell’utilizzo della sua preziosa Ford Mustang e lo costringeva a usare il trasporto pubblico, per andare al lavoro, nel suo studio legale, ogni giorno. Non le aveva nascosto il fatto di trovarlo umiliante.
Ryan le strinse la mano e disse: “Forse dovresti solo pensare a un cambiamento. Possiamo vivere con il mio stipendio. Abbiamo anche un conto di risparmio. Anche se tu stessi a casa, e so che non vuoi farlo, potrei sempre mantenere entrambi. Potrei persino programmare un trasloco in una casa più bella nell’immediato futuro. Non devi farlo … per noi.”
Riley non rispose.
Ryan riprese: “Forse, dovresti parlarne con il tuo consulente.”
Riley sussultò bruscamente. Si pentì di detto a Ryan di dover fare almeno una sessione di terapia. Dopo che lei e Crivaro erano tornati a Quantico, l’Agente Speciale Capo Erik Lehl, le aveva detto che la consulenza era obbligatoria, avendo lei ucciso per la prima volta.
Non aveva ancora preso un appuntamento.
Ryan insistette: “Riley, sono preoccupato. Che cosa farai? Che cosa faremo?”
Riley si stupì, accorgendosi di essere spazientita.
Disse: “Ryan, dobbiamo davvero parlarne adesso?”
Sembrando umiliato, Ryan diede un colpetto alla sua mano e disse: “No, certo che no. Vado a preparare la cena.”
“No, СКАЧАТЬ