Prima Che Abbia Bisogno. Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ era abbandonata. Le parve di guardare un letto intriso di sangue con sopra il cadavere del padre.

      Scacciò l’immagine dalla mente sentendo i passi di Harrison che lentamente si avvicinava dietro di lei.

      “Tutto ok?” gli chiese.

      “Sì” disse lui, anche se il respiro sembrava un po’ affannoso.

      Mackenzie notò che il sangue era per lo più sul letto, come c’era da aspettarsi. Il lenzuolo che era stato tolto dal letto e steso a terra un tempo era stato bianco. Adesso invece, coperto di sangue quasi del tutto secco, aveva una tonalità marrone rossastra, come di ruggine. Mackenzie si avvicinò lentamente al letto, certa che non avrebbe trovato prove. Anche se il killer si fosse casualmente lasciato alle spalle un capello o qualcosa con il suo DNA, sarebbe stato ricoperto da tutto quel sangue.

      Osservò gli schizzi sulle pareti e sulla moquette, concentrandosi in particolare su quest’ultima, cercando tra il sangue una possibile orma.

      Potrebbero esserci impronte, pensò. Per uccidere qualcuno in quel modo, con un tale spargimento di sangue, il killer doveva sicuramente averne anche addosso. Quindi anche se non ci sono impronte, forse c’è qualche traccia di sangue in giro per casa, che potrebbe essersi accidentalmente lasciato dietro andandosene.

      Inoltre, come ha fatto il killer a ucciderli entrambi a letto? Uccidendone uno, l’altro probabilmente si sarà svegliato. O il killer è velocissimo, oppure ha preparato la scena con in cadaveri nel letto dopo il delitto.

      “È un macello, eh?” commentò Harrison.

      “Già” disse Mackenzie. “Dimmi… noti niente, così di primo istinto, che considereresti un indizio, una prova o comunque qualcosa su cui indagare?”

      Lui scosse la testa, fissando il letto. Lei annuì in risposta, sapendo che tutto quel sangue avrebbe reso molto difficile trovare prove. Si mise persino carponi per controllare sotto il letto. Non vide altro che un paio di ciabatte e un vecchio album fotografico. Tirò l’album a sé e lo sfogliò. Nelle prime pagine c’erano le foto di un matrimonio, con la sposa che camminava verso l’altare di una grande chiesa, poi la coppia felice che tagliava la torta.

      Corrugando la fronte, rimise l’album dove l’aveva trovato, poi si voltò verso Dagney, che era ancora sulla soglia, quasi girata di spalle. “Ha detto di avere le foto della scena, giusto?”

      “Sì. Mi dia un secondo e gliele porto” rispose rapidamente e con un certo senso di urgenza, chiaramente impaziente di andarsene di sotto.

      Quando Dagney se ne fu andata, Harrison uscì in corridoio. Si voltò verso la camera da letto e fece un profondo sospiro. “Hai mai visto una scena del crimine come questa?”

      “Non con così tanto sangue” rispose Mackenzie. “Ho visto scene raccapriccianti, ma questa le supera tutte in quanto a sangue.”

      Harrison sembrò riflettere a lungo sulle sue parole, mentre Mackenzie usciva dalla stanza. Tornarono al piano di sotto insieme, entrando in soggiorno proprio mentre Dagney rientrava dalla porta d’ingresso. Si radunarono nell’area bar che separava la cucina dal soggiorno. Dagney mise la cartellina sul bancone e Mackenzie la aprì. La prima foto mostrava il letto matrimoniale che aveva appena visto, ricoperto di sangue. L’unica differenza era che nella fotografia c’erano due corpi distesi, un uomo e una donna. I signori Kurtz.

      Entrambi indossavano gli abiti che Mackenzie immaginò avessero messo per dormire. Il signor Kurtz (Josh, diceva il verbale) indossava una maglietta e un paio di boxer. La signora Kurtz (Julie) indossava una canottiera dalle bretelle sottili e pantaloncini da ginnastica aderenti. C’erano numerose foto, alcune che ritraevano i cadaveri così da vicino che a Mackenzie scapparono un paio di smorfie. La foto del collo sgozzato della signora Kurtz era particolarmente raccapricciante.

      “Nel verbale non ho visto indicata con chiarezza l’arma del delitto” osservò Mackenzie.

      “Perché nessuno ha capito quale fosse. Pensiamo semplicemente che si tratti di un coltello.”

      Un coltello molto grosso, pensò Mackenzie distogliendo lo sguardo dal cadavere della signora Kurtz.

      Notò che, persino nella morte, la signora Kurtz sembrava aver cercato di trovare conforto dal marito. La mano sinistra poggiava sulla coscia di lui. C’era un che di dolce in tutto questo, ma le spezzava anche il cuore.

      “E che mi dice della prima coppia uccisa?” chiese Mackenzie.

      “I signori Sterling” disse Dagney, estraendo parecchie foto e fogli di carta dal retro della cartellina.

      Mackenzie osservò le foto e vide una scena simile a quella nelle precedenti. Una coppia distesa a letto e sangue ovunque. L’unica differenza era che il signor Sterling dormiva nudo, oppure il killer l’aveva spogliato.

      Le due scene sono fin troppo simili, pensò Mackenzie. Quasi come se fossero state studiate a tavolino. Guardò le somiglianze, spostando lo sguardo da una foto all’altra.

      Il coraggio e la forza di volontà necessari ad uccidere contemporaneamente due persone, e in modo così brutale… Questo tizio è estremamente motivato. E a quanto pare non la violenza estrema non lo spaventa.

      “Mi corregga se sbaglio” disse Mackenzie “ma la polizia di Miami sta procedendo trattando gli omicidi come comuni effrazioni domestiche, giusto?”

      “Be’, all’inizio sì” ammise Dagney. “Ma da quello che possiamo dire, non è stato rubato niente. E dato che questa è la seconda coppia ad essere uccisa in una settimana, sembra sempre meno probabile che si tratti di una semplice effrazione.”

      “Sì, sono d’accordo” disse Mackenzie. “Ci sono collegamenti tra le coppie?” chiese Mackenzie.

      “Finora non è saltato fuori niente, ma c’è una squadra al lavoro per scoprirlo.”

      “Nel caso degli Sterling, c’erano segni di lotta?”

      “No, nessuno.”

      Mackenzie guardò di nuovo le due fotografie e le somiglianze le balzarono subito agli occhi. Una in particolare le fece accapponare la pelle.

      Mackenzie guardò di nuovo la foto dei Kurtz. Vide la mano della moglie sulla coscia del marito.

      E in quel momento ne fu sicura: quella era opera di un serial killer.

      CAPITOLO TRE

      Mackenzie seguì Dagney mentre questa li accompagnava alla centrale. Durante il tragitto, notò che Harrison stava scrivendo appunti nella cartellina su cui si era praticamente ossessionato per quasi tutto il viaggio da Washington a Miami. Ad un certo punto si fermò e la guardò con sguardo perplesso.

      “Hai già una teoria, vero?” le chiese.

      “No, non ho una teoria, però ho notato un paio di cose nelle fotografie che mi sono sembrate un po’ strane.”

      “Vuoi condividere?”

      “Non ancora” disse Mackenzie. “Se le dico adesso e poi devo ripeterle alla polizia, finirò per avere dubbi. Dammi tempo per mettere in ordine le idee.

      Con un sorriso, Harrison tornò ai suoi appunti. Non si lamentò del fatto che lei gli nascondesse le cose (e infatti non era così) e non insisté oltre. СКАЧАТЬ