Название: Contro Ogni Nemico
Автор: Джек Марс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Thriller Della Serie di Luke Stone
isbn: 9781640299467
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Susan si spostò per i corridoi con il suo contingente dei servizi segreti, Kat Lopez, e due assistenti che la seguivano. Il gruppo superò le porte dello Studio Ovale. Solo trovarsi lì su di lei aveva un effetto strano. Lo aveva già sentito, appena una settimana prima, quando per la prima volta le avevano fatto fare il giro della Casa Bianca rinnovata. C’era un che di surreale nella cosa.
Non era cambiato quasi niente. In parte si trattava di questo. Lo Studio Ovale sembrava lo stesso dell’ultima volta che l’aveva visto – il giorno in cui era stato attaccato e distrutto, il giorno in cui Thomas Hayes e più di trecento persone erano morte. Tre alte finestre, con le tende tirate, che ancora davano sul giardino delle rose. Vicino al centro dell’ufficio, si trovava un comodo salottino su di un lussuoso tappeto adornato con il sigillo del presidente. Persino la Resolute Desk – un dono vecchissimo del popolo britannico – era ancora lì, al suo solito posto.
Certo, non era la stessa scrivania. Era stata ricostruita a mano a partire dai disegni originali a un certo punto negli ultimi tre mesi in una falegnameria della campagna gallese. Ma era questo il punto per lei – tutto sembrava esattamente uguale. Era quasi come se il presidente Thomas Hayes – più alto di chiunque attorno a lui di almeno dieci, undici centimetri – potesse entrare in qualsiasi istante e rivolgerle il suo solito cipiglio.
Era traumatizzata? La innervosiva, quell’edificio?
Sapeva che avrebbe preferito vivere all’Osservatorio navale. Quella maestosa casa antica era stata casa sua negli ultimi cinque anni. Era luminosa, aperta, e ariosa. Lì si trovava a suo agio. In confronto la Casa Bianca – soprattutto la residenza – era scricchiolante, eccentrica, malinconica e piena di spifferi in inverno, con una pessima luce.
Era un posto grande, ma le stanze sembravano anguste. E c’era… qualcosa… in quel luogo. Sembrava di poter svoltare l’angolo e imbattersi in un fantasma. Un tempo pensava che sarebbe stato il fantasma di Lincoln o McKinley o persino Kennedy. Ma adesso sapeva che sarebbe stato Thomas Hayes.
Si sarebbe ritrasferita all’Osservatorio navale in un battito di ciglia – se solo non l’avesse ceduto. La sua nuova vicepresidente, Marybeth Horning, ci si sarebbe dovuta trasferire nei prossimi giorni. Sorrise quando pensò a Marybeth – la senatrice ultraliberale del Rhode Island – che il giorno dell’attentato a Mount Weather era in viaggio d’inchiesta sulle violazioni dei diritti civili in aziende agricole che producevano uova dell’Iowa. Marybeth era un’aizzatrice per i diritti dei lavoratori, quelli delle donne, dell’ambiente, per tutto ciò di cui importava a Susan.
Elevarla al ruolo di vicepresidente in realtà era stata un’idea di Kat Lopez. Era tutto perfetto – Marybeth era una chiara esponente così di sinistra che nessuno a destra avrebbe voluto vedere Susan uccisa. Si sarebbero trovati col loro peggior incubo come presidente. E sotto le nuove regole dei servizi segreti, Susan e Marybeth non si sarebbero mai trovate nello stesso luogo nello stesso momento per il resto del mandato di Susan – da qui l’assenza di Marybeth ai festeggiamenti di oggi. Era un vero peccato, perché a Susan Marybeth piaceva.
Susan sospirò e guardò ancora lo studio. La sua mente vagava. Ricordò il giorno dell’attentato. Lei e Thomas si erano allontanati ormai da un paio di anni. A Susan non era importato granché. Si stava divertendo a essere la vicepresidente, e David Halstram – il capo di gabinetto di Thomas – si assicurava che l’agenda di lei rimanesse piena di eventi lontani dal presidente.
Però quel giorno David le aveva chiesto di prendere un aereo per recarsi al fianco del presidente. Gli indici di gradimento di Thomas erano precipitati in una voragine, e il presidente della Camera aveva appena richiesto il suo impeachment. Era sotto assedio, tutto perché non voleva entrare in guerra con l’Iran. Certo, lo speaker era Bill Ryan, uno dei leader del colpo di stato, che in quel momento si trovava in una prigione federale, a prepararsi per essere trasferito nel braccio della morte.
Ricordò lei e Thomas esaminare una mappa del Medio Oriente proprio in quell’ufficio. Non parlavano di niente, chiacchieravano solo di questo o di quello. Era solo un’occasione per una foto, non un vero e proprio meeting strategico.
Improvvisamente, si erano precipitati dentro due uomini.
“FBI!” aveva urlato uno dei due. “Ho un messaggio importante per il presidente.”
Uno degli uomini era l’agente Luke Stone.
La sua vita era cambiata in un istante, e da allora non era più tornata normale. La sua vita precedente poteva anche non tornare mai più, rifletté. Il suo matrimonio era quasi stato distrutto dallo scandalo. Sua figlia era stata rapita. Susan era invecchiata di dieci anni in sei mesi, mentre resisteva a un attacco terroristico o politico dopo l’altro.
Adesso doveva affrontare il sonno in quella vecchia casa piena di spifferi, da sola. Avevano speso un miliardo di dollari per rinnovare quel posto, e lei lì non voleva viverci. Mmm. Avrebbe dovuto parlarne con Kat, o con qualcuno.
“Susan?”
Alzò lo sguardo. Era Kurt Kimball. La sua apparizione improvvisa la riportò di colpo alla realtà. Kurt era alto e ampio, con una testa tonda e liscia come una palla da biliardo. Gli occhi erano luminosi e attenti. Era il ritratto della vitalità e della salute a cinquantatré anni. Era una di quelle persone che pensavano che i cinquanta fossero i nuovi trenta. Finché non era diventata presidente, Susan era stata d’accordo con lui. Adesso non ne era così sicura. Era lei stessa a poco meno di mezzo secolo. Se le cose continuavano così, per quando ci fosse arrivata i cinquanta sarebbero stati i nuovi sessanta.
“Ciao di nuovo, Kurt.”
“Susan, c’è l’agente Stone. Ieri notte ha parlato con Don Morris, in Colorado. Pensa di avere un’informazione che vogliamo sentire. Non ci ho ancora parlato, ma i miei dicono che è rimasto coinvolto in un incidente quando stamattina presto è tornato a Washington.”
“Un incidente? Che significa?” Non suonava bene. Però, d’altronde, quando mai l’agente Stone non rimaneva coinvolto in un incidente?
“C’è stata una sparatoria a Georgetown. Due uomini in un furgone apparentemente hanno cercato di ucciderlo. Luke ne ha ucciso uno. L’altro è fuggito.”
Susan fissò Kurt. “La cosa è legata a Don Morris?”
Kurt scosse la testa. “Non lo sappiamo. Però è accaduto a due isolati dall’appartamento di Trudy Wellington. La Wellington è scomparsa, come sa, ma pare che Stone sia andato al suo appartamento non appena atterrato dopo la visita a Morris. È tutto molto… inusuale.”
Susan fece un respiro profondo. Stone le aveva salvato la vita più di una volta. Aveva salvato sua figlia dai rapitori. Aveva salvato infinite vite durante la crisi del virus Ebola, e durante la crisi con la Corea del Nord. Aveva fatto al mondo un favore e aveva assassinato il dittatore della Corea del Nord, mentre era lì. Era una risorsa inestimabile per l’amministrazione di Susan. Inoltre, era l’arma segreta di Susan. Ma era anche instabile, era violento, e sembrava farsi coinvolgere da cose da cui non si sarebbe dovuto far coinvolgere.
“Comunque,” disse Kurt. “Lo abbiamo qui, e deve fare rapporto. Penso che dovremmo fare subito il rodaggio della nuova sala operativa e chiamarlo.”
Susan annuì. Era quasi un sollievo aver qualcosa in cui affondare i denti. La sala operativa lì alla Casa Bianca era uno spazio dedicato, nulla in confronto alla sala conferenze adattata che avevano usato all’Osservatorio navale. Era un centro di comando totalmente rinnovato e aggiornato, con le ultime stregonerie in fatto di alta tecnologia. Avrebbe espanso tremendamente le loro СКАЧАТЬ