Название: Prima Che Prenda
Автор: Блейк Пирс
Издательство: Lukeman Literary Management Ltd
Жанр: Современные детективы
Серия: Un Mistero di Mackenzie White
isbn: 9781640291560
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“Ci sono novità da stamattina?” chiese Mackenzie.
“Zero” fu la risposta di Thorsson. “È uno dei motivi per cui abbiamo richiesto il vostro aiuto. Il colpevole ha sequestrato tre donne finora, ma non siamo riusciti a ricavare uno straccio di prova. Le cose si sono fatte così serie che lo Stato sta pensando di installare delle videocamere lungo l’autostrada. Il problema è che non è fattibile sorvegliare più di centoventi chilometri di strada.”
“Cioè, tecnicamente sarebbe possibile” aggiunse Heideman. “Ma servirebbero tantissime telecamere e un bel po’ di soldi. Ecco perché la vedono solo come ultima spiaggia.”
“Possiamo recarci sulla prima scena adesso?” chiese Ellington.
“Certamente” disse Thorsson. “Prima volete prenotare un albergo?”
“No” disse Mackenzie. “Mettiamoci al lavoro per ora. Se davvero c’è così tanta strada da controllare come dite, non possiamo sprecare tempo.”
Mentre Thorsson e Heideman si alzavano, Ellington le rivolse uno strano sguardo. Non capiva se fosse colpito dal fatto che lei volesse raggiungere subito la prima scena del crimine o se trovasse divertente che non gli lasciasse il controllo completo. Quello che sperava non avesse intuito era che il pensiero di andare in albergo con Ellington le faceva provare troppe emozioni tutte insieme.
Uno dietro l’altro, uscirono dallo Starbucks. Mackenzie rimase colpita quando Ellington la aspettò per non farle chiudere la fila.
“Sapete” disse Thorsson guardandoli da dietro la spalla, “sono contento che vogliate andare là subito. Nell’aria c’è tensione per questa storia. Si capisce parlando con le forze dell’ordine locali, e sta iniziando a contagiare anche noi.”
“Come un cattivo presentimento?” suggerì Mackenzie.
Thorsson e Heideman si scambiarono uno sguardo inquieto, poi Thorsson abbassò leggermente le spalle e rispose: “Sì, come se non concluderemo niente. Non ho mai visto niente di simile. Non c’è una singola prova. Questo tizio è praticamente un fantasma.”
“Allora speriamo di esservi d’aiuto” disse Ellington.
“Lo spero” disse Thorsson. “Perché al momento quasi tutti quelli che lavorano al caso hanno la sensazione che non troveremo mai il colpevole.”
CAPITOLO TRE
Mackenzie si stupì quando vide che l’auto di servizio affidata a Thorsson e Heideman era una Suburban. Dopo il suo rottame di macchina e le auto a noleggio che aveva utilizzato negli ultimi mesi, le sembrava di viaggiare nel lusso, seduta sul sedile posteriore con Ellington. Tuttavia, quando un’ora e dieci minuti più tardi giunsero sulla prima scena, era quasi contenta di scendere. Non era abituata a lussi del genere e si sentiva un po’ a disagio.
Thorsson parcheggiò sul margine della Route 14, una strada secondaria a due corsie che si snodava tra le foreste dell’Iowa rurale. Gli alberi fiancheggiavano la carreggiata su entrambi i lati. Mentre percorrevano quella strada, Mackenzie aveva visto alcuni sentieri sterrati che sembravano dimenticati da tempo; l’accesso era bloccato da una catena sottile legata a due pali ai margini della strada. A parte quello, non c’era niente se non alberi.
Thorsson e Heideman li accompagnarono superando alcuni poliziotti del posto, che li salutarono frettolosamente quando passarono. Più avanti, davanti alle due auto della polizia parcheggiate, c’era una Subaru rossa. Tutte e due le gomme dal lato del guidatore erano completamente a terra.
“Come sono le forze dell’ordine di qui?” chiese Mackenzie.
“Esigue” disse Thorsson. “Il paese più vicino si chiama Bent Creek. La popolazione è di circa novecento abitanti. La polizia è composta da uno sceriffo – che è qui insieme agli altri due poliziotti – due vice e sette poliziotti. Si erano fatti avanti anche alcuni agenti di Des Moines, ma si sono ritirati quando siamo arrivati noi. Adesso è un problema dell’FBI.”
“In altre parole, sono contenti che siamo qui?” chiese Ellington.
“Oh, assolutamente” disse Thorsson.
Si avvicinarono all’auto e ci girarono intorno. Mackenzie si voltò verso i poliziotti. Solo uno di loro pareva interessato a quello che facevano gli agenti dell’FBI. A lei stava bene così. Ne aveva avuto abbastanza dei poliziotti di provincia che li intralciavano, rendendo le cose ancora più complicate di quanto già non fossero. Sarebbe stato bello affrontare un caso senza doversi preoccupare di ferire l’ego dei poliziotti locali.
“Le impronte digitali sono già state prelevate?” chiese Mackenzie.
“Sì, stamattina” disse Heideman. “Fate pure.”
Mackenzie aprì la portiera del passeggero. Una rapida occhiata le rivelò che, anche se le impronte erano state prelevate, nessun oggetto era stato raccolto ed etichettato come prova. Sul sedile del passeggero c’era ancora un cellulare e sul cruscotto un pacchetto di chewing gum era posato su fogli di carta ripiegati.
“Questa è l’auto della scrittrice, giusto?” chiese Mackenzie.
“Esatto” confermò Thorsson. “Delores Manning.”
Mackenzie continuò ad esaminare l’auto. Trovò gli occhiali da sole di Delores, una rubrica quasi vuota, alcune copie del libro La casa di latta abbandonate sul sedile posteriore e degli spiccioli sparsi qua e là. Nel bagagliaio c’era solo uno scatolone, che conteneva diciotto copie di un libro scritto da Delores Manning, intitolato Un amore ostacolato.
“Anche qui sono state cercate le impronte?” chiese Mackenzie.
“Non credo” disse Heideman. “È solo uno scatolone di libri, no?”
“Sì, ma ne mancano alcune copie.”
“Era appena stata alla presentazione del libro” disse Thorsson. “È molto probabile che le abbia vendute o regalate.”
Non valeva la pena discutere di quello, perciò lasciò perdere. Prese due dei libri e li sfogliò. Su entrambi c’era la firma dell’autrice sul frontespizio.
Rimise i libri nello scatolone e iniziò a studiare la strada. Camminò lungo il margine in cerca di rientranze dove potesse essere stato incastrato qualcosa per bucare gli pneumatici. Guardò Ellington e vide con piacere che era già all’opera. Da dove si trovava, riusciva a vedere i frammenti di vetro ancora conficcati nella gomma.
Più avanti, lungo la strada, c’erano altri vetri. I raggi del sole che riuscivano a filtrare attraverso gli alberi si riflettevano su di essi in un modo che era stranamente bello. Mackenzie si avvicinò, accovacciandosi per guardare meglio.
Era lampante che i vetri fossero stati messi lì intenzionalmente. Si concentravano vicino alla linea di mezzeria. I frammenti erano sparsi qua e là come sabbia, ma in quel punto erano ravvicinati, per assicurarsi che una macchina ci passasse proprio sopra. Sull’asfalto rimanevano alcuni frammenti più grossi; a quanto pareva, l’auto li aveva schivati, dato che non erano stati sbriciolati. Mackenzie ne prese uno in mano per esaminarlo.
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