Prima Che Prenda . Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ Uno di quei volgari romanzetti rosa. Non è esattamente un’autrice di successo, quindi non dovremmo essere ostacolati dai media... per ora. La strada è stata chiusa e il dipartimento dei trasporti ha istituito delle deviazioni. Perciò, White, voglio che salga su un aereo e vada là il prima possibile. Anche se si tratta di una zona di provincia, lo Stato naturalmente non ha piacere che la strada rimanga chiusa troppo a lungo.”

      A quel punto, McGrath rivolse la propria attenzione su Harrison.

      “Agente Harrison, vorrei che fosse chiara una cosa. L’agente White ha dei legami con il Midwest, quindi era naturale che venisse coinvolta nel caso. E anche se lei è il suo partner, vorrei che rimanesse qui stavolta. Voglio che rimanga al quartier generale per lavorare dietro le quinte. Se l’agente White ha bisogno di qualche ricerca, voglio che se ne occupi lei. Non solo, Delores Manning ha anche un manager e un agente pubblicitario, quindi se non facciamo in fretta a risolvere il caso, i media ci balzeranno su. Voglio che lei si occupi di quello. Faccia in modo che vada tutto liscio qui se le cose si mettono male. Senza offesa, ma preferisco un agente con più esperienza per questo caso.”

      Harrison annuì, ma era impossibile non notare la delusione nel suo sguardo. “Nessuna offesa, signore. Sono contento di aiutare come posso.”

      Oh no, pensò Mackenzie. Non un leccapiedi.

      “Quindi andrò da sola?” chiese Mackenzie.

      McGrath sorrise scuotendo il capo. Era un movimento quasi scherzoso e dimostrava che aveva fatto molta strada con lui rispetto ai loro primi incontri.

      “Non esiste che la mandi là da sola” disse. “Sarà l’agente Ellington ad affiancarla in questo caso.”

      “Oh” fece lei, stupita.

      Non era sicura di cosa pensare. Tra lei ed Ellington c’era una strana sorta di alchimia, fin da quando l’aveva conosciuto quando era una detective in Nebraska. Le era piaciuto lavorare con lui in quel breve periodo, ma adesso che le cose erano cambiate... be’, sarebbe stato un caso interessante, come minimo. Ma non c’era nulla di cui preoccuparsi. Era sicura di poter tenere separati i suoi sentimenti dal suo lavoro.

      “Posso chiederle perché?” chiese Mackenzie.

      “Come lei sa, ha già lavorato con gli agenti del posto. Inoltre, si è distinto in modo particolare in casi di persone scomparse. Perché me lo chiede?”

      “Era solo per chiedere, signore” disse, ricordando senza fatica la prima volta che lei ed Ellington si erano conosciuti, quando lui era venuto a dare una mano nelle indagini sul Killer dello Spaventapasseri e lei lavorava ancora per la polizia locale. “Lui le ha... insomma, le ha chiesto di lavorare con me?”

      “No” disse McGrath. “Però si dà il caso che voi due siate perfetti per questo caso: lui per le sue conoscenze, lei per il suo passato.”

      McGrath si alzò dalla sedia, ponendo fine alla conversazione. “Entro pochi minuti riceverà per e-mail i dettagli sul suo volo” disse McGrath. “Se non sbaglio dovrebbe partire alle undici e cinquantacinque.”

      “Ma è soltanto tra un’ora e mezza” fece lei.

      “Allora le suggerisco di sbrigarsi.”

      Mackenzie uscì rapidamente dall’ufficio, voltandosi soltanto una volta e vedendo l’agente Harrison ancora a sedere come un cucciolo smarrito che non sapeva dove andare o cosa fare. Però non aveva tempo di pensare ai suoi sentimenti feriti. Doveva pensare a come fare le valigie ed essere in aeroporto in meno di un’ora e mezza.

      Oltretutto, doveva capire perché l’idea di lavorare ad un caso con Ellington la terrorizzasse.

      CAPITOLO DUE

      Mackenzie arrivò all’aeroporto di corsa, con a malapena il tempo di raggiungere il suo gate. Si affrettò sul velivolo cinque minuti dopo l’apertura del cancello d’imbarco e camminò lentamente lungo il corridoio, leggermente senza fiato e frustrata. Si domandò brevemente se Ellington ce l’avesse fatta per tempo, anche se in realtà, era già contenta di non aver perso il volo. Ellington era un adulto, si sarebbe preso cura di sé.

      La sua domanda trovò risposta quando individuò il proprio posto. Ellington era già sull’aereo, seduto comodamente nel sedile di fianco al suo. Le sorrise dal posto accanto al finestrino, salutandola con una mano. Lei scosse il capo e fece un gran sospiro.

      “Brutta giornata?” le chiese.

      “Be’, è cominciata con un funerale ed è proseguita con un incontro con McGrath” disse Mackenzie. “Poi mi sono dovuta precipitare a casa per fare la valigia e arrivare a Dulles appena in tempo per il volo. E non è neanche mezzogiorno.”

      “Allora le cose possono soltanto migliorare” scherzò Ellington.

      Infilando il suo bagaglio a mano nel portabagagli sopra i sedili, Mackenzie disse: “Vedremo. Senti un po’, ma l’FBI non ha aerei privati?”

      “Sì, ma solo per casi in casi di estrema urgenza. E per i super agenti. Questo caso non è urgente e noi sicuramente non siamo dei super agenti.”

      Quando fu finalmente nel suo posto, si prese un momento per rilassarsi. Sbirciò Ellington e vide che stava sfogliando un fascicolo che era identico a quello che aveva visto nell’ufficio di McGrath.

      “Che ne pensi di questo caso?” le chiese Ellington.

      “Direi che è troppo presto per fare ipotesi” rispose lei.

      Lui alzò gli occhi al cielo e per scherzo si accigliò. “Devi pur avere una prima impressione. Qual è?”

      Anche se non voleva rivelare quello che pensava per non essere smentita in seguito, apprezzò lo sforzo di buttarsi subito sul caso. Questo dimostrava che lui era effettivamente come lo dipingeva McGrath, un agente che lavorava sodo; e anche lei aveva sperato che fosse davvero così.

      “Credo che il fatto che si parli di sparizioni e non omicidi ci dia qualche speranza” disse. “Però, se consideriamo il fatto che le vittime sono state tutte rapite da stradine di provincia, mi viene da dire che questo tizio è uno del posto che conosce bene la zona. Potrebbe rapire le donne per poi ucciderle e nascondere i corpi da qualche parte nelle foreste o in altri nascondigli di cui solo lui è a conoscenza.”

      “Hai già letto questo per bene?” chiese lui, indicando il fascicolo.

      “No, non ne ho avuto il tempo.”

      “Prego, fa’ pure” disse Ellington passandoglielo.

      Mackenzie lesse le poche informazioni mentre le assistenti di volo impartivano le istruzioni sulla sicurezza. Quando l’aereo decollò diretto a Des Moines, stava ancora studiando. Non c’erano molte informazioni nel fascicolo, ma erano abbastanza da permettere a Mackenzie di pianificare il loro approccio una volta giunti là.

      Delores Manning era la terza donna data per dispersa negli ultimi nove giorni. La prima donna era una del posto, ed era stata la figlia a denunciarne la scomparsa. Naomi Nyles, quarantasette anni, anche lei rapita dal ciglio della strada. La seconda era una donna di Des Moines di nome Crystal Hall. Aveva dei precedenti, per lo più riguardanti il suo passato promiscuo in gioventù, ma niente di serio. Quando era stata rapita, era di ritorno da un allevamento СКАЧАТЬ