Una Ragione per Salvarsi . Блейк Пирс
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СКАЧАТЬ stato lui?” chiese.

      O’Malley fu subito in imbarazzo. Emise un sospiro e si alzò dalla sedia, iniziando a camminare avanti e indietro.

      “Non abbiamo nessuna prova certa. Ma era una studentessa del college e l’omicidio è abbastanza cruento da farci pensare che sia opera di Randall.”

      “Avete già aperto un fascicolo?” volle sapere.

      “Lo stiamo mettendo insieme adesso e…”

      “Posso vederlo?”

      Di nuovo, Connelly e O’Malley si scambiarono uno sguardo incerto. “Non serve che ti concentri troppo su questo caso,” spiegò O’Malley. “TI abbiamo chiamata perché conosci quello psicopatico meglio di chiunque altro. Ma non è un invito a occupartene. Hai troppe cose per la testa in questo momento.”

      “Apprezzo il pensiero. Avete delle foto della scena del crimine che posso vedere?”

      “Le abbiamo,” rispose O’Malley. “Ma sono piuttosto macabre.”

      Avery non disse niente. Era già abbastanza irritata che l’avessero chiamata a rapporto con tutta quella urgenza e che la stessero trattando come una bambina.

      “Finley, potresti andare nel mio ufficio a prendere il materiale che abbiamo?” chiese O’Malley.

      Finley si alzò, obbediente come sempre. Mentre lo guardava uscire, Avery si rese conto che le due settimane che aveva passato in uno stato di lutto incerto le erano sembrate più lunghe. Amava il suo lavoro e quel posto le era mancato da morire. Trovarsi vicino a quel meccanismo ben oliato le stava migliorando l’umore, anche se era solamente una fonte di informazioni per O’Malley e Connelly.

      “Come sta Ramirez?” chiese O’Malley. “L’ultima notizia che ho ricevuto risale a due giorni fa ed era sempre uguale.”

      “Sempre uguale,” rispose lei con un sorriso tirato. “Nessuna cattiva notizia, nessuna buona notizia.”

      Fu sul punto di raccontar loro dell’anello che le infermiere gli avevano trovato in tasca, l’anello di fidanzamento che Ramirez aveva deciso di offrirle. Forse li avrebbe aiutati a capire perché si sentiva così coinvolta dalla sua ferita e aveva deciso di rimanergli accanto tutto il tempo.

      Prima che la conversazione potesse progredire, Finley tornò nella stanza con una cartella che non conteneva molto. La appoggiò davanti a lei, ricevendo un cenno di approvazione da parte di Connelly.

      Avery l’aprì e guardò le foto. In tutto ce n’erano sette, e O’Malley non aveva esagerato. Le immagini erano decisamente allarmanti.

      C’era sangue ovunque. La ragazza era stata trascinata in un vicolo e spogliata fino alle mutande. Il suo braccio destro sembrava rotto. Aveva i capelli biondi, anche se la maggior parte era sporca di sangue. Avery cercò ferite da proiettile o coltellate ma non ne vide nessuna. Solo quando raggiunse la quinta foto, con un primo piano del volto della ragazza, capì il metodo dell’uccisione.

      “Chiodi?” chiese.

      “Già,” replicò O’Malley. “E da quello che siamo riusciti a capire, sono stati infilati con una tale forza e precisione che deve aver usato una di quelle sparachiodi pneumatiche. Abbiamo incaricato la Scientifica di occuparsene, quindi per ora possiamo solo fare ipotesi sull’ordine con cui è successo. Crediamo che il primo colpo sia stato quello proprio dietro l’orecchio sinistro. Deve essere stato sparato da una certa distanza perché non l’ha trapassata completamente. Le ha perforato il cranio, ma per adesso è tutto quello che sappiamo.”

      “E se non è stato quel colpo a ucciderla,” continuò Connelly, “di certo è stato quello che l’ha presa di traverso sotto la mascella. È entrato attraverso il fondo della bocca, è passato nel palato ed è penetrato nella cavità nasale fino al cervello.”

      La violenza implicata fa pensare davvero a Howard Randall, rifletté Avery. È innegabile.

      Ma c’erano altri dettagli nelle immagini che non combaciavano con quello che sapeva di Howard. Studiò le foto, scoprendo che nonostante tutti i casi che aveva visto, quelle erano tra le più sanguinose e sconvolgenti.

      “Quindi di preciso cosa vi serve da me?”

      “Come ho detto…conosci quest’uomo piuttosto bene. In base a quello che sai, vorrei sapere dove potrebbe nascondersi. Credo che possiamo dire per certo che sia rimasto in città, a giudicare dall’omicidio.”

      “Non è pericoloso dare per scontato che sia opera di Howard Randall?”

      “Due settimane dopo che evaso di prigione?” chiese O’Malley. “No. Direi che combacia tutto ed è chiaramente opera sua. Vuoi andare a rivedere le foto delle scene dei crimini dei suoi casi?”

      “No,” rispose Avery con un certo veleno. “Non mi serve.”

      “Quindi che cosa puoi dirci? Lo stiamo cercando da due settimane e non abbiamo ancora scoperto niente.”

      “Pensavo che avessi detto che non mi volevi sul caso.”

      “Mi servono i tuoi consigli e la tua assistenza,” ribadì O’Malley.

      Qualcosa in quella richiesta era quasi offensivo, ma discutere non avrebbe avuto senso. Oltretutto, in quel modo avrebbe potuto concentrarsi su qualcosa che non fosse la situazione di Ramirez.

      “Tutte le volte che ho parlato con lui, non mi ha mai dato una semplice risposta. Era sempre una specie di indovinello. Lo faceva per provocarmi, perché avrei dovuto impegnarmi per avere la soluzione. Lo faceva anche per divertirsi. Sinceramente credo che mi vedesse come una specie di conoscente. Non davvero un’amica, ma qualcuno con cui poteva avere uno scambio a un livello intellettuale.”

      “E non ce l’ha mai avuta con te per tutto la storia di quando sei stata il suo avvocato?”

      “Perché avrebbe dovuto essere arrabbiato con me?” chiese lei. “L’ho fatto scagionare… l’ho liberato. Ricordi, praticamente dopo si è costituito. Ha ucciso di nuovo solo per far vedere quanto fossi incompetente.”

      “E invece quelle tue visite in prigione… ne era felice?”

      “Sì. E a essere sincera non l’ho mai capito. Credo fosse una questione di rispetto. E per quanto possa sembrare stupido, penso che una parte di lui si sia sempre pentita per quell’ultimo omicidio, per avermi fatto sembrare una sciocca al processo.”

      “E ha mai parlato di tentativi di fughe durante le tue visite?” chiese Connelly.

      “No. Lì dentro si trovava bene. Nessuno lo infastidiva. Tutti provavano una specie di timore per lui. Paura, forse. Ma era praticamente il re di quel posto.”

      “Allora perché sarebbe evaso?” insistette O'Malley.

      Avery sapeva dove stava andando a parare, che cosa stava cercando di farle dire. E il problema era che aveva senso. Howard sarebbe evaso solo se avesse avuto qualcosa da fare all’esterno. Qualche questione in sospeso. O forse era semplicemente annoiato.

      “È un uomo furbo,” disse Avery. “Un uomo spaventoso. Forse voleva di nuovo sentirsi sfidato.”

      “O СКАЧАТЬ