Legami Di Sangue. Amy Blankenship
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Название: Legami Di Sangue

Автор: Amy Blankenship

Издательство: Tektime S.r.l.s.

Жанр: Ужасы и Мистика

Серия: Legami Di Sangue

isbn: 9788873042334

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СКАЧАТЬ e facesse il suo numero. Quasi un’ora dopo si rese conto dell’orario e capì che Kriss avrebbe dovuto essere già sul palco a quell’ora. Uno dei camerieri le si avvicinò e lei lo toccò sul braccio per avere la sua attenzione.

      â€œHa bisogno di qualcosa, signorina?” le chiese.

      Tabatha sorrise. “Spero che tu possa aiutarmi. Sto cercando Kriss Reed. Puoi dirmi quand’è il suo turno?”

      Il cameriere sospirò e scosse la testa “Lei è la sesta donna a chiedere di lui, questa settimana. Purtroppo se n’è andato da un po’ di tempo, da allora nessuno lo ha visto.”

      Tabatha si sentì come se avesse ricevuto uno schiaffo. Una sensazione di affogamento le esplose nello stomaco e lei abbassò la testa per nascondere le lacrime che iniziarono a salire...aveva perso il suo migliore amico.

      â€œSta bene?” chiese gentilmente il cameriere.

      Tabatha lo guardò e sorrise, asciugando le lacrime che minacciavano di rovinare il mascara. “Sì, sto bene. Puoi portarmi un Malibu con ananas?”

      Il cameriere le lanciò un’occhiata interrogativa prima di sospirare e tornare al bar. Riconobbe Tabatha come una delle amiche strette di Kriss e immaginò che lui avesse lasciato la città senza dirglielo. Era un peccato...sembrava simpatica, e Kriss l’aveva ovviamente ferita.

      Tabatha tirò fuori la cipria dalla borsetta ed esaminò il suo trucco. Se n’era andato senza nemmeno salutare...quando erano andati in Florida con Devon ed Envy aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciata. Si erano anche avvicinati dopo il rapimento...e molto.

      â€œEcco a lei.” annunciò il cameriere e mise il drink davanti a lei.

      Tabatha abbassò la cipria e gli sorrise. “Vai e segnalo sul conto...ho intenzione di stare qui per un po’.”

      Il cameriere annuì ed iniziò a girare intorno ai suoi tavoli per assicurarsi che tutto filasse liscio, guardandola di tanto in tanto per assicurarsi che la sua nuova cliente non si ubriacasse.

      Tabatha tracannò rapidamente il drink e posò il bicchiere sul tavolino. Perché era preoccupata? Kriss era un caduto...aveva cose migliori da fare che incasinarsi con gli umani...soprattutto con gli umani che erano suoi amici. Dio, odiava essere imbronciata e arrabbiata allo stesso tempo...turbava le persone.

      Le fu portato un altro drink e bevve rapidamente anche quello. Dopo sei drink era cotta. Guardando verso il palco, si imbronciò vedendo un ragazzo uscire con indosso solo un paio di ali e un tanga argentati. Si chiese dove fosse il piagnone Guru ubriaco quando ne aveva bisogno e strinse gli occhi, odiando il ballerino che inconsapevolmente si faceva beffe di lei.

      â€œUn altro, prima di andarmene?” chiese al cameriere che le girava intorno da quando si era seduta.

      Il cameriere sorrise e scosse la testa. “Penso che lei abbia bevuto abbastanza. Vuole che le chiami un taxi?”

      â€œNo.” rispose Tabatha, e si alzò afferrando la borsa. “Voglio che tu dica a Kriss che se ricorda chi sono i suoi amici, allora faccia una telefonata.”

      Naturalmente non voleva, ma al momento era molto arrabbiata con Kriss...la feriva che lui non desse abbastanza importanza alla loro amicizia per dirle almeno che se ne andava...o che era stato rapito. Aprendo la borsa, prese il portafogli e fece per pagare il conto, ma il cameriere scosse la testa.

      â€œIl conto è stato già pagato.” disse lui. “Adesso vada a casa e dorma...sono certo che la chiamerà presto.”

      Tabatha pescò le chiavi dell’auto nella borsetta e le fece cadere a terra. “Cavolo!” mormorò, volendo andarsene prima di fare qualcosa di stupido, come piangere in pubblico.

      Si chinò per raccoglierle ma un’altra mano le prese e le raccolse. Tabatha seguì la mano lungo un braccio e poi una spalla. Rimase stupita quando il suo sguardo si posò sul bel viso di Kane.

      â€œAndiamo, tesoro.” disse lui, osservando il modo in cui le luci le brillavano negli occhi azzurri. Stava per piangere. A quanto pare lui non era l’unico di cattivo umore, stasera. “Andiamo a casa.”

      Il labbro inferiore di Tabatha si contorse mentre lo guardava e gli afferrò il braccio, sentendo all’istante la sua forza. Il suo principale stalker l’aveva trovata e per una volta...gliene era grata.

      Kane fece un cenno al cameriere dietro Tabatha e la portò fuori dal club. Ringhiò dentro di sé, sapendo perché lei aveva scelto questo club. Voleva trovare il bastardo caduto che si nascondeva.

      Kriss non si preoccupava del proprio cattivo comportamento verso Tabatha, o si riteneva suo potenziale nemico, invece che suo migliore amico? Kane avvolse un braccio attorno alle spalle di Tabatha e le afferrò saldamente l’altro braccio quando lei quasi inciampò sui tacchi alti.

      â€œLo hai visto?” chiese Tabatha guardando Kane.

      Kane scosse la testa tristemente “No.” Evitò di dirle che, l’ultima che aveva visto Dean, aveva sentito l’odore di Kriss su di lui...il caduto stava bene.

      â€œSe n’è andato.” Tabatha si asciugò la lacrima che finalmente riuscì a scendere. “E se poi Misery lo divora?”

      Kane cercò di non ridere alla sua domanda ubriaca ma sincera. “Per Misery il sapore dei caduti è disgustoso.” lui citò le parole di Misery.

      â€œAllora perché non mi ha salutata?” Tabatha abbassò lo sguardo mentre camminavano.

      Kane non rispose mentre la faceva salire sulla sua auto e si sedette al posto di guida. Immagini di sé che strappava quelle ali morbide e setose dalla schiena di Kriss gli balenarono nella mente, ma Kane le scacciò. La vendetta poteva aspettare...adesso doveva portare il suo angelo a casa sano e salvo, prima che la porta girevole della sua personalità si aprisse sul lato oscuro.

      Tabatha rimase in silenzio durante il tragitto, con i led azzurri nell’auto che proiettavano un bagliore tenue, come se la sfidassero a guardare l’uomo che guidava. Non era mai stata una che rifiutava una sfida e, anche se riusciva a gestire l’alcol meglio di una persona normale...i drink la aiutavano a reprimere una sana paura.

      Girò lentamente la testa e guardò coraggiosamente Kane. “Perché Misery ha detto che io ti appartengo?”

      La testa di Kane si girò rapidamente per fissarla con uno sguardo duro. Lei non avrebbe dovuto ricordare quello che era successo quella notte...le aveva cancellato i ricordi. Come diavolo faceva a ricordare qualcosa che doveva aver dimenticato? Vedendo le luci delle auto illuminarle il viso, lui guardò di nuovo la strada e sterzò appena in tempo per evitare di colpire un’auto in arrivo.

      La mano di lei si posò d’istinto sulla maniglia dello sportello quando vide la sua reazione a quella domanda, ma si calmò. Non era abbastanza ubriaca da saltare da un’auto in movimento. Il brivido di paura che strisciava lungo la sua schiena servì solo a spingere il suo livello di coraggio oltre la stupidità.

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